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12/03/2013 – La recensione del controller Electrix Tweaker, testato con Ableton Live e Traktor PRO 2, realizzata da Püz DJ from Bedroom Boys.

Electix Tweaker – Recensione

12/03/2013 – La recensione del controller Electrix Tweaker, testato con Ableton Live e Traktor PRO 2, realizzata da Püz DJ from Bedroom Boys.

Il Tweaker di Electrix è un controller midi che attira i virtuosi amanti di Ableton Live per le loro performance, ma strizza decisamente l’occhio ai dij amanti di Traktor. La sua natura parzialmente ibrida, soprattutto per quanto riguarda il layout e la disposizione dei vari elementi di controllo fa sì che questa macchina sia davvero un punto di fusione tra questi due mondi che spesso sembrano essere distanti ma che ultimamente si stanno parecchio avvicinando: vuoi per le nuove frontiere aperte dall’innovazione dei Remix Decks di Traktor (per chi non li conoscesse, stiamo parlando di bancate di loop pilotabili sul software, al fine di creare qualcosa che vada oltre al djset puro e semplice, ma che si avvicini più ad una performance creativa vera e propria) oltre all’utilizzo di molti effetti, vuoi per un approccio più prettamente djistico di Ableton (approccio che ho personalmente notato negli ultimi anni essere usato da parecchi dj), questa unità sembra essere davvero un punto di collegamento tra questi due mondi. Andiamo quindi ad esplorare e descrivere un po’ questo prodotto.

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Si tratta di un controller midi, privo di schede audio; nel pannello posteriore troviamo soltanto una porta usb per il collegamento al computer, e due porte midi IN e OUT per collegarlo a qualsiasi altro dispositivo midi. Da qui già la prima considerazione, riguardo la possibilità di sfruttare appunto queste porte per collegare due Tweaker, uno magari utilizzato con Ableton e l’altro con Traktor, in continua comunicazione tra loro ed in perfetta sincronia; questo vi fa già capire quanto siano davvero ampie le potenzialità di questo strumento. Ed infatti quando si parla di un controller puramente midi, penso che oltre a dare un giudizio sulla qualità dei componenti (che in questo caso è mediamente buona) l’altro aspetto importante da segnalare è quello del layout, di come sono disposti i vari controlli, ovviamente rapportati all’utilizzo che ne dobbiamo fare. In questo caso ci troviamo come già detto di fronte ad un utilizzo ibrido tra Ableton Live e Traktor: ci saranno quindi punti di forza e di debolezza da una parte e dall’altra. Ma procediamo con ordine.

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L’unità è composta fondamentalmente da 4 zone: una dedicata al “browsing” in alto al centro (composta da un grande knob con pulsante, e 5 pulsanti di navigazione), la sottostante composta da 8 grandi pad sensibili alla velocity retroilluminati, un’altra composta da una matrice di 32 bottoni illuminati multicolore, e le due zone “mixer” laterali simmetriche, composte da alcuni pulsanti, due fader (con click centrale), knob a corsa infinita con pulsante circondati da led di riferimento, e altri due knob semplici. Da non dimenticare il morbido crossfader nella parte inferiore del controller. Il tutto racchiuso in dimensioni abbastanza ridotte, ma non troppo da comprometterne un utilizzo di stampo anche impulsivo (soprattutto per quanto riguarda la parte dedicata ai pad sensibili e alla griglia di pulsanti, pensata sicuramente più per l’utilizzo con Ableton che con Traktor). Sono presenti nella confezione anche 4 piedini avvitabili per rialzare tutto il controller o eventualmente posizionandoli solo in un lato per inclinarlo e facilitarne l’utilizzo; inoltre due maschere con serigrafie (ovviamente una per Traktor LE e l’altra per Ableton), facilmente applicabili rimuovendo le levette dei fader; completa la confezione un cd contenente Traktor LE, Ableton Live Remote Script (software per facilitare il mapping), i due mapper per Traktor e anche per Serato, ed il Tweaker Editor Software che ci permette di editare le funzioni di ogni singolo elemento del controller; ovviamente non manca un cavo usb per il collegamento.

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Andiamo ora a parlare dell’utilizzo del Tweaker con Traktor, ovviamente con le mappature standard fornite dal produttore. Innanzitutto bisogna segnalare che a discapito del software in bundle con la confezione che ricordiamo è Traktor LE, le potenzialità effettive del controller si sfruttano maggiormente con la versione PRO. La mappatura è studiata in maniera piuttosto intelligente: ovviamente la parte browsing serve per scorrere le nostre librerie musicali e caricare i brani, mentre la parte “mixer” rappresenta ovviamente i due canali del nostro software, dove troviamo un tasto play\pause, il fader per il volume del canale, un tasto per il preascolto in cuffia, le tre regolazioni classiche bassi-medi-alti dell’equalizzazione con i knob (che killano le frequenze premendoli) il quarto knob per il controllo del filtro sul canale. L’unico tasto restante, posto appena sopra ai fader, è un tasto di shift che cambia le funzioni degli altri controlli in base alla modalità selezionata (e la si può capire con il cambio di colore dello stesso tasto): con colore bianco, si manovrano le funzioni appena descritte, quelle “standard” diciamo; con colorazione magenta si accede al “loop mode”, dove i knob servono appunto per pilotare la sezione loop del software, con illuminazione blu si pilota la modalità “FX”, ed ovviamente i knob regolano i parametri degli effetti da noi selezionati, mentre i fader regolano il dry\wet principale. Vi è poi un altro shift, che si ottiene premendo il tasto centrale dei 5 tasti di navigazione, e che ci illumina il nostro pulsante di shift in giallo, attivando così la modalità “pitch”, con la quale possiamo controllare con accuratezza la velocità e la sincronizzazione dei brani; ormai con l’utilizzo di software come Traktor, si dà per scontato l’uso della sincronizzazione automatica ma una modalità che permetta eventuali correzioni nel caso il software non analizzasse perfettamente i brani è sicuramente utile.

Bisogna anche tenere conto che una delle evidenti mancanze di un controller di questo tipo usato con software da djing come Traktor, è l’assenza delle jog, che come dicevamo sono sicuramente sempre meno usate (purtroppo aggiungerei). La zona centrale invece, assume diverse funzioni: gli 8 pad pilotano in maniera davvero interessante gli effetti, ed essendo appunto pad sensibili alla velocity, possiamo non solo attivare gli effetti desiderati, bensì controllarne l’intensità; per intenderci, non appena sfioriamo il pad, si attiva l’effetto (e quindi si accende il tasto ON nell’interfaccia del software), e più premiamo forte il pad più il knob del parametro si alzerà. È sicuramente una metodologia interessante per pilotare gli effetti di questo software, che incrementa la creatività della performance del dij; ovviamente gli effetti possono poi essere pilotati anche nella maniera precedentemente descritta, ovvero con l’utilizzo dei knob (che è sicuramente una maniera più accurata d’utilizzo). La matrice di 32 tasti poi, raccoglie altre funzioni base del software, alcune delle quali intercambiabili con l’uso dello shift; sarebbe davvero pesante descriverle tutte, quindi vi rimandiamo al file pdf che trovate sul sito per scoprirne tutte le funzioni (anche perché ricordiamo che il bello di questi controller è la completa mappabilità, anche mediante il software allegato TweakerEditor; il consiglio è sempre quello di mapparli a vostro piacimento e secondo l’utilizzo che dovete farne).

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Partendo da quest’ultimo presupposto, ovvero che il bello dei controller (soprattutto i controller come questo, che possiedono un layout che permette davvero diverse configurazioni e settaggi ad hoc a seconda dell’utilizzo che se ne vuole fare) è la possibilità di personalizzarne l’utilizzo come meglio si crede, passiamo ad analizzarne l’uso mediante il software Ableton Live. Live è uno strumento musicale davvero completo, sicuramente più orientato alla produzione musicale in studio e alla riproduzione in performance live, ma sempre più dj si stanno approcciando all’utilizzo di questo software per djset nella maniera vicina alla tradizionale, ovvero utilizzando due deck (in questo caso due colonne in cui vengono caricate le librerie di canzoni una dopo l’altra) e facendo corrispondere ad ogni clip una canzone.

Personalmente non sono troppo propenso a questo tipo di utilizzo, e ho preferito farmi aiutare nell’analisi del Tweaker con Ableton da un collega più competente, Luca Selvaggio, trombettista con varie esperienze in ambito d’orchestre, ma che con le formazioni dei Fingerthings e dei Go Koala sfoga una passione per la musica elettronica ed il controllerism. Luca ha provato il controller con la mappatura in dotazione, trovandosi mediamente bene: un po’ difficile descriverne i dettagli, in quanto stiamo parlando di un software composto da parecchie funzioni e possibilità, ma riassumendo possiamo concentrarci sulla parte alta dedicata alla navigazione tra le varie clip, gli 8 pad che controllano nativamente il drum-rack, i 32 tasti per il lancio delle clip, e la parte mixer per il controllo del volume di due canali alla volta e per il controllo di alcuni parametri di effetti caricati. È la configurazione che si trova anche nella maschera in dotazione, con serigrafie che descrivono in la mappatura creata per Ableton dal team di Electrix; ovviamente anche la risposta luminosa dei tasti è perfettamente funzionante e sincronizzata con il software, al fine di avere un senso dell’orientamento anche solo guardando il controller, e non necessariamente fissando sempre il computer. Nonostante queste possibilità però, il controller è risultato un po’ macchinoso e limitato, soprattutto per quanto riguarda appunto la navigazione e lo spostamento tra le varie sezioni che compongono il software: è piuttosto semplice pilotare le clip, un po’ meno controllare e spostarsi tra gli effetti, e ancora meno tenere a bada i volumi dei vari canali. Questo è frutto della limitazione costruttiva del controller, ovvero quella di avere solo due fader e sei più due knob per pilotare quei parametri che sfruttano appunto questo tipo di controllo.

Probabilmente il layout del Tweaker è stato pensato ad un utilizzo di Live più djset-oriented, piuttosto che ad una vera e propria performance live che sfrutterebbe quindi più di due soli canali; per un approccio dedicato al djset (cosa che come ho già detto personalmente condivido poco per l’utilizzo di Ableton, poiché mi sembra estremamente riduttivo per l’utilizzo di un programma così duttile, e d’altra parte molto restrittivo nei confronti della gestione della selezione delle tracce e alla possibilità di giocarci, costruendo un set malleabile in tempo reale, ma costruito solo a priori; è un parere personale, probabilmente è solo un mio limite dal momento che ho visto parecchi dj di alto calibro approcciarsi a questo utilizzo, tra i tanti Supabeatz, Spiller, Adam Freeland, Phonat, tanto per citarne alcuni), il Tweaker invece presenta parecchie potenzialità, a fronte dei due canali con i knob già mappati per sfruttare l’equalizzazione, e il cross fader pronto per scivolare da un canale all’altro (è presente una modalità di questo software che permette di isolare due canali con A e B, e sfruttare a pieno appunto la potenzialità del cross fader).

Riassumendo: con Traktor i pro sono sicuramente le potenzialità offerte dai pad dinamici che controllano l’entità degli effetti (anche in combinazione tra loro), la possibilità di passare tra le varie modalità che attribuiscono diverse funzionalità ai knob e ai tasti (con la possibilità anche di riconoscerli tramite le combinazioni di colori); i contro sono sicuramente la mancanza di una jog per la correzione della sincronizzazione dei brani, e anche la iniziale difficoltà a ricordarsi un po’ ogni funzione dei vari tasti (anche a causa dell’utilizzo dello “shift” che moltiplica le funzionalità). Con Ableton Live i pro sono da riconoscere nell’utilizzo con approccio “djistico”, quindi con pochi canali (due ovviamente è lo standard, ma nulla vieta di usarne di più); i contro sono appunto un utilizzo più complesso del software, in ambito di performance live vera e propria, quindi con un maggior numero di clip, effetti e canali, dove il controller pecca un po’ in possibilità di utilizzo (che sono come abbiam detto fondamentalmente limitate dai due canali “mixer”), e anche a causa di una difficile e soprattutto lenta accessibilità alle varie funzioni, senza dimenticare anche un orientamento non sempre immediato.

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Di sicuro la somma dei pro è molto più incisiva che la somma dei contro: con questo Tweaker abbiamo la possibilità di utilizzare due software in maniera buona ed efficace, con una spiccata propensione alla creatività durante le proprie performance (soprattutto con Traktor); da non sottovalutare è l’oggettiva quantità di controlli che presenta questo prodotto, interamente mappabili grazie al software dedicato incluso nella confezione, che regala al Tweaker estrema duttilità. Quando si recensiscono questi prodotti, è sempre giusto secondo me rimanere piuttosto superficiali proprio per questo motivo, ovvero che la mappabilità rende il prodotto più conforme allo stile di utilizzo che ognuno di noi vuole avere (tant’è che Luca ha creato una sua mappatura ad hoc che sintetizza in maniera intelligente l’approccio dj e quello live). Ed è proprio quanto più ampio è il ventaglio di possibilità il metro di giudizio che sancisce un voto positivo o negativo per un controller di questo tipo; con il suo layout dj-oriented il Tweaker strizza quindi sicuramente più l’occhio a Traktor piuttosto che a Live, ma proprio per il fatto di poter utilizzare in maniera intelligente due software (paradossalmente così diversi) con un unico controller, dona a questo prodotto un valore aggiunto da non sottovalutare.

In allegato a questo link (CLICCA QUI) trovate una cartella compressa contenente il progetto di Luca Selvaggio per Ableton Live e un file con spiegazione della mappatura.

Ringraziamenti:
Electrix – www.electrixpro.com
Djpoint.net – www.djpoint.net
Luca Selvaggio, Luigi Bressan aka Luz & Cioce DiJ – Digital Jockey LAB Ferrara

Review by Püz from Bedroom Boys