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Traktor è un software che si è sempre contraddistinto per sue caratteristiche definite, suono di altissima qualità, ottimo supporto midi, interfaccia un pò troppo complicata. Le difficoltà ad usare Traktor in modo semplice sono aumentate ovviamente con il passaggio ai 4 decks. Circa otto mesi fa sul forum ufficiale il capo progetto di Traktor Friedmann Becker chiese agli utenti di postare le proprie scelte in fatto di interfaccia, cercando di capire come semplificare le varie funzioni. Il risultato è questo Traktor Pro che insieme a Traktor Scratch Pro sanciscono un importante cambio di direzione.

INSTALLAZIONE E PRIMO IMPATTO CON TRAKTOR PRO
Si comincia col dire che Traktor Scratch Pro diventa il software principale della famiglia, mentre Traktor Pro è identico, ma manca del supporto dei timecode cd e vinili. In realtà il software è uno solo, in fase di setup viene richiesto cosa si vuole installare dei due software e per l’attivazione cambia il serial number da inserire da service center.

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Questo permette una grande semplificazione per lo sviluppo di nuove versioni. L’installer per le versioni update è molto grande (250mb per Windows, 350mb per Mac), ma è dovuto al fatto che contiene una grandi quantità di samples per scratch. L’installazione procede senza grandi difficoltà ed i possessori di Traktor Scratch e Traktor 3 potranno usare entrambi i software perché non vi è sovrascrittura delle versioni precedenti.
Guardiamo l’interfaccia che compare ai nostri occhi all’apertura.

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I colori sono molto cambiati e sono stati studiati per una migliore visione in ambienti bui di un locale. La prima cosa che si nota subito è il pannello superiore totalmente stravolto. Se nella versione 3.x avevamo pannelli su pannelli che occupavano ben 4 pagine adesso è solo uno. In alto la sezione di sistema molto simile alla precedente e subito sotto al centro la sezione di controllo master, a destra una sezione effetti con tre di questi selezionabili ed attivabili immediatamente, a destra una sezione effetti più complessa dove si può selezionare un solo effetto alla volta. Sempre legati agli effetti ci sono nella sezione mixer due tasti 1 e 2 di cui spiegheremo le funzioni in seguito. La sezione equalizzazione rimane invariata, come rimane il controllo della tonalità e viene aggiunto un filtro generico da utilizzare immediatamente quando serve, molto buono di qualità ed utile per passaggi al volo. La sezione effetti scompare dal mixer così come in controlli master che erano in effetti duplicati nella versione 3.x ed le sezioni decks guadagnano più spazio. Le informazioni dei pezzi caricati aumentano, compare la casella per le cover, in basso i controlli dei punti di cue e loop. Appena sotto il crossover assegnabile. In fondo la sezione browser che non cambia moltissimo rispetto alle versioni precedenti.

PANNELLO DI CONTROLLO: SETUP EFFETTI
Andiamo adesso al pannello di controllo che non cambia in molte delle sue parti salvo nelle parti in cui il programma risulta profondamente modificato. Partiamo quindi dalla sezione effetti del pannello di controllo e subito vediamo le novità nella sezione effetti.

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Subito in alto troviamo le due modalità insert e send a seconda se si usa un mixer esterno o no. Subito sotto troviamo due sezioni dei due pannelli effetti di cui possiamo scegliere se deve essere in modalità chained (come quella che vediamo alla destra in alto nello schermo) o in modalità advanced (come lo vediamo a destra). Già da questo si capisce che la semplificazione è stata drastica. I due tasti 1 e 2 di cui parlavamo servono per attivare gli effetti da uno dei due pannelli, questo significa che si potranno applicare più effetti su un singolo deck, ma non si potrà applicare un singolo effetto su 4 decks diversi contemporaneamente. Gli effetti adesso disponibili sono 25 e per non avere necessariamente tutti gli effetti nella lista per non perdere tempo se ne possono rendere visibili solo quelli che si utilizzano realmente. Vedremo dopo nel dettaglio il funzionamento degli effetti.
Nelle varie sezioni si trovano le numerose opzioni di visualizzazione della consolle per trovare la configurazione che più si preferisce.

PANNELLO DI CONTROLLO: MIDI MODIFIERS
Infine andiamo nella sezione midi, altra parte che ha grandi novità. Qui sono scomparse le midi pages, molto apprezzate per avere una configurazione multipla del proprio controller, con l’introduzione dei più potenti e flessibili midi modifiers. Cercherò di spiegare il principio d’uso di questo potente strumento di configurazione. Prendiamo un tasto a caso del nostro controller e diamogli una funzione esattamente come si faceva in Traktor 3. Per Traktor Pro questo tasto avrà sempre la stessa unica funzione indipendentemente dall’intervento dei midi modifiers. Adesso settiamo un altro tasto per un’altra funzione ed in basso e diamo ad esso il parametro modifier 0 value 0. Questo vuol dire che con i modifier disattivati avrà la funzione assegnata. Adesso prendiamo una altra funzione ed assegnamogli lo stesso tasto, ma con modifier 1 e value 1. Creiamo adesso il tasto di richiamo del modifier 1 value 1 sul nostro controller.

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A questo punto il tasto con i modifiers atttivati cambierà funzione a seconda della nostra scelta mentre il primo tasto che è senza modifier attivi continuerà ad avere l’unica funzione scelta. In questo modo potremo assegnare senza difficoltà funzioni multiple a parti del nostro controller, lasciando sempre intatte ad esempio la parte del mixer. Anche la configurazione di un controller per l’utilizzo di 4 decks è immediata e molto chiara. In ogni caso il manuale è molto chiaro nella spiegazione con tanti esempi che non lasciano dubbi sull’utilizzo di questa funzione senza dubbio molto innovativa.

IL DETTAGLIO DELLE NUOVE FUNZIONI
Torniamo adesso alla schermata principale e cominciamo a capire il funzionamento degli effetti.

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A sinistra troviamo la versione chained (semplificata) degli effetti. In questa vi sono tre slots dove mettere gli effetti desiderati, tre tasti di attivazione, un parametro per ogni effetto ed il dry-wet generale dei tre effetti. Ogni volta che sul mixer sarà attivato il tasto FX1 gli effetti attivati nella sezione sinistra saranno applicati a quel canale.

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Nel pannello di destra invece troviamo la versione advanced degli effetti, nel quale si potrà scegliere ed attivare un solo effetto, il solito controllo dry-wet, e tre parametri di modifica ed un tasto di reset dei tutti i parametri. Quando sul canale del mixer sarà attivato il tasto FX2 l’effetto attivo sul pannello di destra sarà applicato a quel canale. Come già detto i due pannelli potranno ospitare a scelta o la versione chained o advanced, quindi su un singolo deck si potranno applicare sino a sei effetti contemporaneamente ma non 4 effetti diversi sui 4 decks.

L’altra importante novità riguarda il sistema di sync e le funzioni collegate, come master-slave e beatgrids. mentre prima queste erano funzioni scollegate tra loro adesso fanno un corpo unico, essenziale per il mixing a 4 decks. Partiamo dalla funzione beatgrid che oltre al posizionamento manuale prevede anche il settaggio automatico ce permette un utile risparmio di tempo se si considera anche che Traktor Pro esegue in automatico questo per ogni nuova traccia non presente nella collection, spuntando un’apposita casella nel pannello di controllo ed attivata di default. a questo punto passiamo a caricare una traccia nel deck A e premiamo play. Immediatamente si accende anche la funzione master sul deck A, carichiamo un altro pezzo sul deck B e premiamo il tasto sync: adesso i brani sono legati dalla funzione sync ed insieme dal rapporto master-slave di Traktor 3. Inoltre se in questa situazione si interviene sul tempo bend la funzione sync-master si disattiva istantaneamente.

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Allora quale è l’alternativa per intervenire sul sync non sempre perfetto in automatico senza disattivarlo? La soluzione l’aveva segnalata nel suo blog Ean Golden ed è un modus operandi perfettamente in linea con lo spirito di questa nuova modalità d’uso. Si tratta dunque d’intervenire sul posizionamento delle beatgrid che funzionerà esattamente come il bend, preservando l’aggancio delle tracce tra loro mediante la funzione master-slave. In questo senso chi vuole mixare con 4 decks dovrebbe sostituire il tempo bend con il beatgrid move sul suo controller ed è un’operazione che consiglio di fare, ricordando di sbloccare però le beatgrids precedentemente create in Traktor 3. Per quanto siamo lontanissimi, qui stiamo parlando di un modo di usare Traktor Pro che sembra ricordare Ableton Live, ripeto, pur essendo ancora anni luce distanti per tante cose.

Anche la sezione cue-loop che troviamo appena sotto il pannello decks è stata unificata, adesso ci sono 24 punti di cue e loop salvabili complessivi, con la novità che 8 di questi sono mappabili per essere richiamati istantaneamente come hotcue. Nell’immagine qua sotto vediamo gli hotcue che sono di colore bianco se sono beat marker, celesti se sono normali punti di cue, verdi se sono loop.

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La sezione browser infine ha la ricerca istantanea alla digitazione ed il supporto delle copertine che compaiono anche nel pannello decks.

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CONCLUSIONI
In definitiva quello che possiamo vedere è un ulteriore spinta in avanti nel processo di automatizzazione del software per potenziare l’utilizzo di 4 decks. E mentre c’era chi l’altro giorno mi chiedeva e si lamentava perché ancora una volta non fossero state inserite scale di pitch intermedie come il +-16% (per uso messa a tempo manuale), accade che in Traktor Pro c’è l’opzione per non visualizzare il cursore del pitch. La scelta fatta è stata chiara anche sugli effetti, si agli effetti multipli, ma non su 4 decks. In tutta sincerità mai come oggi io sono completamente d’accordo con le scelte fatte da Native Instruments. Finché i software per mixare lavoreranno in una logica di emulazione dello schema “due giradischi più mixer” questi software non portanno esprimere liberamente le loro immense potenzialità. Uscire da quella logica alla ricerca di un utilizzo più creativo è quello cui si deve pensare.

Ma Traktor Pro riesce in questo intento?
La risposta è che per la prima volta siamo in un terreno inesplorato. Traktor Pro in questo sembra un laboratorio di idee in sviluppo, alcune buone, altre meno. La logica di utilizzo a 4 decks mi è sembrata corretta e l’uso di questa configurazione è risultato molto semplice. Il sistema degli effetti è davvero notevole, la qualità dei singoli effetti sfiora l’eccellenza per quasi tutti. In generale l’ergonomia è notevolmente migliorata e grazie ai midi modifier anche le mappature più complesse si realizzano in pochi click. Il funzionamento generale è molto buono, qualche piccolo bug in qua e in là (niente di grave per fortuna) e nessun crash dopo aver smanettato in lungo e in largo. Forse chi è abituato a mixare con due decks potrebbe risultare deluso, perché in questo caso spendere 99 euro di upgrade per in sostanza una nuova sezione effetti ed un nuovo mapping midi non so se può valere il caso.
In definitiva Traktor Pro per molti motivi segna una svolta forte, già iniziata con l’introduzione della seconda coppia di decks ed in fondo questo nuovo salto in avanti è nella stessa direzione. In attesa del software per mixare video che è di là da venire, di cui non ho ancora notizie precise, ma che secondo una mia personale sensazione verrà fuori molto prima di quanto possiamo immaginare.

Review by CyberMix