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MixMeister Fusion è una vera e propria fusione tra software di mixaggio dal vivo ed editor per la creazione di proprie session mixate.

L’utilizzo da me personalmente prediletto è questo secondo, ovvero quello di multi traccia (fino ad otto tracce) per creare le proprie session mixate attingendo dalla propria libreria di file musicali, e se si vuole finalizzare il tutto automaticamente su cd; per questa ragione mi soffermerò più specificatamente nella descrizione di questa tipologia di utilizzo del software, piuttosto che quella dedicata alla performance dal vivo. Poco cambia comunque, nel senso che le principali differenze sono nelle tempistiche e nella modalità di utilizzo, ed ovviamente nelle preferenze di ognuno, ma per come è strutturato il software, ribadisco, è preferibile un impiego di MixMeister Fusion come attività da “studio”. Andiamo a vedere il perché, osservando la struttura del software e analizzandone le sue varie funzioni.

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Notiamo subito che il layout del software è diviso in tre fasce a sviluppo orizzontale, la più alta dedicata alla playlist, quella centrale al vero e proprio multitraccia, il corpo del programma, mentre quella più in basso ha la funzione di editor di ogni singola traccia della nostra playlist, oppure di editor degli effetti; come si può vedere, la zona più altra è divisa in due: la finestra a sinistra visualizza i file presenti nella nostra libreria (supporto di file .mp3, .wma non protetti, .wav), mentre quella a destra visualizza la vera e propria playlist del nostro file mixato in ordine cronologico, ordine che ovviamente corrisponde al susseguirsi delle tracce della finestra centrale.

Per iniziare ad utilizzare il nostro software dovremmo quindi dirgli da dove andare ad attingere i file musicali nel nostro computer; possiamo farlo immediatamente cliccando il tasto tondo con il segno più nella finestra della nostra libreria, oppure dal menù file, e poi “add files to library”.

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Si aprirà un menù che ci permetterà di scegliere se aggiungere un file unico, uno o più file, cartelle di file, oppure di monitorare e quindi aggiungere automaticamente i file in libreria; una volta fatto, basterà trascinare i file dalla finestra di destra in quella di sinistra per vederli comparire anche in quella sottostante.

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Nella parte sottostante possiamo andare a visualizzare la griglia del brano, che viene ovviamente analizzato al momento dell’inserimento in libreria (bpm e punti di cue), dove possiamo eventualmente andare a modificare manualmente inserendo punti d’inizio di battuta nel caso in cui l’algoritmo non sia riuscito ad analizzare efficientemente il brano (c’è da dire che capita poco spesso, o comunque gli aggiustamenti da fare sono veramente pochissimi). Inserendo altri brani andremo a comporre automaticamente la nostra sequenza mixata: i bpm saranno automaticamente sincronizzati con il primo brano inserito, e il punto di intro del brano successivo coinciderà con il punto di outro del brano precedente; si possono quindi creare mixaggi tra un brano e l’altro di 8, 16 o 32 battute in maniera automatica, o altri mixaggi preimpostati (come il ping-pong, cambi rapidi di volume da una traccia all’altra), selezionandoli alla voce “transition”, l’ultima voce della finestra della nostra playlist; ovviamente se non siamo soddisfatti delle transizioni standard possiamo ovviamente crearne di nostre manualmente, andando a spostare i vari punti di intro ed outro nelle tracce, e i vari punti di volume. La linea azzurra nella traccia, rappresenta infatti il volume, al quale possono essere applicati punti per disegnare curve di taglio. Questo lo si può fare anche con alti (linea gialla), medi (linea viola), bassi (linea arancione).

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Ai quattro parametri corrispondono i rispettivi knob posizionati sulla sinistra. Andando poi a cliccare col tasto destro del mouse su una delle tracce, oltre a selezionarla, comparirà una tendina con le varie funzioni base (cut, copy, paste), la possibilità di inserire punti di intro e outro loop, e anche la possibilità di mettere in reverse la traccia o la parte di traccia precedentemente selezionata. Un ultimo accenno va fatto sulla parte degli effetti; cliccando infatti in alto a sinistra nella finestra della libreria, sul simbolino delle tre righe parallele ondulate, accederemo alla libreria di effetti: trascinandone uno sulla parte di brano selezionata o su tutto il brano, applicheremo l’effetto desiderato e nella finestra dell’editor, sempre cliccando sul simbolino degli effetti, potremo controllarne i relativi parametri parametri. Nell’immagine successiva vediamo cerchiato in rosso il simbolino relativo agli effetti, e il pulsante che ci permette di accedere alla finestra di controllo dei parametri dell’effetto; in verde vediamo invece sulla traccia la parte in cui verrà applicato l’effetto (il principio è quindi lo stesso del volume e del’equalizzazione). C’è da dire che gli effetti contenuti nel pacchetto non sono eccellenti e sono difficilmente controllabili (soprattutto a livello di automazioni), ma possono essere integrati da qualsiasi altro vst di vostro gradimento.

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Queste in breve le principali funzioni di questo software, molto versatile dal punto di vista della produzione di proprie compilation, che una volta ultimate possono essere salvate come file (wave o mp3 con utilizzo limitato), oppure direttamente masterizzate su cd con tracce già divise. A mio personale avviso come ho già detto, è preferibile l’uso “da studio”, piuttosto che quello “live”, in quanto l’approccio con i vari elementi (soprattutto la parte di effettistica) è sì immediato, ma non al punto tale da considerarlo efficiente in una prestazione dal vivo; unico pro a favore dell’impiego di Mixmeister in live, è la possibilità di utilizzarlo con periferiche e controller midi che possono facilitare alcune funzioni. Unica pecca che è saltata subito agli occhi e anche alle orecchie, è la difficoltà di disegnare curve di taglio degne del loro nome; ciò è possibile utilizzando molti punti e disegnando quindi la curva a mano in un certo senso; si spera che nelle future release venga inserito un modo automatico per permettere diverse curve di taglio di volume, frequenze, ed effetti.

Il software rimane comunque un ottimo prodotto sia per chi vuole approcciarsi alla produzione di proprie compilation o scoprire step by step i misteri del mixaggio, ma anche per chi vuole creare prodotti più ricercati grazie alle interessanti funzioni di loop, di mixaggi di più brani contemporaneamente (fino ad otto tracce), di cambi di tempo, ponendo davvero pochi limiti alla creatività di ogni dij.

By Püz (Bedroom Boys) – www.bedroomboys.cjb.net