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La prova del mixer due canali più avanzato di casa Stanton (il M.207) e dei giradischi che più degli altri hanno rivaleggiato per qualità con gli storici 1200/1210. Dimostrazione di utilizzo con MixVibes Cross in modalità timecode.

Stanton M.207

L’M.207 si afferma come il mixer di punta tra la categoria dei due canali di casa Stanton.
L’unità si presenta quindi con i classici standard di buon scratch mixer a due canali, fader molto ampi e scorrevoli così come il crossfader; tutte le curve di taglio sono inoltre regolabili nel pannello frontale, così da offrire la massima personalizzazione dello stile di mixaggio. Sopra ai due fader rimane il layout classico dei knob della regolazione delle frequenze e con il controllo del gain, ed inoltre un quinto knob per la regolazione del pan dei due canali. In alto a sinistra è presente la parte dedicata al microfono, con l’interessante possibilità di switchare l’ingresso in un ulteriore aux presente con attacchi rca posizionato nel retro del mixer; in alto a destra c’è la sezione dedicata al preascolto insieme al knob del master volume.
Il pannello posteriore presenta i classici ingressi phono\line per i canali, ingresso jack per il microfono, uscita Rec in rca e due uscite master una in rca, e una in jack stereo.

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Ciò che impreziosisce questo classico ma funzionale layout di scratch mixer a due canali, è la parte centrale, dove troviamo la sezione dedicata agli effetti e al sampler: nella parte alta, si trovano i vari pulsanti per selezionare gli effetti (pulsanti doppi, nel senso che se si premono una volta si seleziona un primo effetto e il tasto si illumina con luce fissa, mentre se teniamo premuto lo stesso tasto si seleziona il secondo effetto e la luce corrispondente lampeggierà), i pulsanti dedicati alla sezione sampler, i pulsanti dedicati al controllo di vari parametri (wet\dry), ed infinte il pulsante per l’eventuale tap dei bpm.

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Proprio sotto questo pulsante, un display ci mostra le indicazioni relative ai bpm rilevati automaticamente, riguardo gli effetti e riguardo al sampler. Al centro tra i due led meters, si trova il cuore innovativo di questo prodotto, ossia il vero e proprio controllo di effetti e sampler, l’FXGlide (basato sulla tecnologia touch degli altri prodotti di casa Stanton come la serie SCS.3). La parte sinistra di questa unità ospita un vero e proprio “touch fader” chiamato SliderStrip che ci permette di regolare l’intensità degli effetti applicati: il feedback che l’unità ci restituisce è visualizzato in percentuale sul display, e rappresentato da una colonna luminosa blu situata sulla parte destra dell’FXGlide.

Al centro invece troviamo 5 pulsanti touch, che rappresentano la modulazione che vogliamo assegnare ai vari effetti, divisa in battute e frazioni di battute dal tasto più in alto a quello più in basso. Gli effetti presenti nell’unità sono tra i più classici ma molto ben realizzati: si va da due tipi di filtri (auto-filter che rimane sincronizzato coi bpm dei brani e manual-filter che a sua volta si può suddividere in hi-pass e low-pass), ai classici phaser e flanger, all’echo e all’interessante strobe (una sorta di beat slicer controllabile tramite i 5 tasti dell’FXGlide), all’autopan e al trans (altro non è che il classico trigger automatico di volume): ciò che riguarda la modulazione degli effetti è controllabile premendo i 5 tasti, mentre tutto ciò che riguarda intensità e controllo dei parametri è riservato al SliderStrip.

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Quest’ultimo ci offre anche la possibilità, dopo aver ovviamente premuto il relativo tasto Key, di regolare l’intonazione dei brani con un range variabile da ±5% a ±16%. Tutti gli effetti vanno poi ovviamente attivati tramite il pulsante centrale FX Engage, e assegnati ad uno dei due canali, o ad entrambi, oppure al microfono; c’è ovviamente la possibilità di preascoltare gli effetti in cuffia mediante il tasto FX Cue, posizionato appena sotto alla sezione del preascolto. Un accenno merita anche la presenza dei tre tasti di filtro di frequenze (Low, Mid, Hi), situati nella parte alta dell’unità, che permettono di isolare le frequenze, e di controllarne l’intensità tramite il tasto Parameter.

Infine diamo uno sguardo alla funzione di Sampler del mixer, che ci permette di registrare porzioni di brano in tempo reale e in sync e di riprodurle a nostro piacimento, in loop (i due tasti in alto rappresentano due slot di loop) o in one shot (stesso discorso per i tasti i due tasti in basso); c’è anche la possibilità di registrare samples in maniera manuale (e quindi non in sync coi bpm e nelle misure preselezionate), fino a 8 secondi.

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Per fare un bilancio di questo prodotto si può dire che al di là delle classiche ed essenziali funzioni di mixer scratch a due canali, tutte ben costruite soprattutto per quanto riguarda i fader (un po’ meno i knob, forse un po’ troppo ravvicinati tra loro, ma quello è più un problema di layout che di costruzione), la vera chicca sono gli effetti molto ben realizzati, mentre la parte sampler in alcuni aspetti non è da esaltare più di tanto.

Il controllo di questi due feature affidato all’FXGlide dona al prodotto un appeal davvero interessante, ma forse un po’ discutibile a livello funzionale in quanto i  5 tasti son un po’ piccoli e molto vicini tra loro, e pure lo SliderStrip risulta un po’ corto per rappresentare un vero e proprio fader. Anche i tasti nella parte superiore si presentano abbastanza intuitivi per le funzioni basilari (selezionare un effetto), ma un po’ meno per la gestione dei parametri degli effetti o per la sezione sampler. Viene sicuramente apprezzato il tentativo di Stanton di dare una marcia in più per quanto riguarda l’approccio creativo su un buon mixer due canali.

More info: http://www.stantondj.com/stanton-mixers/m207.html

Stanton ST.150 & STR8.150

Con un discreto ritardo dall’uscita sul mercato di questo prodotto, arriva finalmente la recensione; ed il motivo principale che ha portato a questo ritardo non è il fatto di aver troppo da dire o da scrivere ma l’esatto contrario. Che dire infatti su questi due giradischi al vertice della piramide di casa Stanton? Davvero poco per quel che mi riguarda, perchè l’ST.150 (ed STR8.150 variante con braccio dritto) sono due macchine potenti e perfette, in grado di posizionarsi tranquillamente al fianco dello standard universalmente riconosciuto del Technics 1200.

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Parole grosse indubbiamente, ma questa è stata la prima sensazione durante la prova di questi giradischi: illuminato da led blu, il design risulta pulito, efficace ed essenziale e colpisce subito la nostra vista; ma è il senso del tatto che rimane estasiato dal notare la potenza del motore di questo piatto (con una coppia di circa 4.5 Kgf-cm si posiziona al primo posto come leader nel settore), che unita alla stabilità offerta dal piatto e del corpo braccio (poche le differenze di stabilità tra il braccio ad S e quello dritto) fanno lasciare subito a bocca aperta l’utilizzatore.

Sono proprio queste le caratteristiche fondamentali di questo giradischi di casa Stanton, che viene poi impreziosito da altri aspetti che lo rendono ancor più ricco: tre le velocità (33, 45, 78) del piatto, tasto reverse, doppio tasto play\stop per utilizzo del giradischi anche ruotato di 90° rispetto all’utilizzo tradizionale (per chi vuole scratchare e mantenere più spazio di azione per la mano), scala pitch selezionabile tra +/-8%, +/-25%, +/-50% con un fader molto ampio senza scatto centrale (la posizione centrale è però segnalata dall’illuminazione di un led blu a fianco del fader), key corrector (ossia quel che potremmo paragonare al “master tempo” Pioneer, quindi la correzione automatica della tonalità al variare della velocità del disco), e non ultima la possibilità di regolare la velocità di accensione e spegnimento del motore.

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Ma non finisce di certo qui: essendo un prodotto di ultima generazione, l’uscita audio dell’ST.150 è dotata di switch phono\line, e di un digital output S/PDIF. Completano le caratteristiche del prodotto l’eccellente quartz lock che aggiunge stabilità e costanza alla rotatzione del piatto anche al variare della velocità, ed il corpo braccio regolabile in altezza, così come i quattro piedi di appoggio di tutto il giradischi. Se aggiungiamo infine il fatto che tutto il pacchetto è confezionato con uno slipmat, cavi rca per la connessione al vostro mixer o impianto audio, e puntina Stanton 680HP, si capisce davvero il perchè possiamo tranquillamente parlare di un prodotto davvero eccelso, che non ha bisogno di particolari recensioni o descrizioni per essere valutato.

Se davvero vogliamo trovargli dei difetti, possiamo citare l’assenza di un’eventuale connessione usb, sempre più integrata negli ultimi tempi anche sui giradischi, ma davvero non essenziale soprattutto nel caso dell’ST.150, che colpisce soprattutto per altre caratteristiche molto più fondamentali.

More info: http://www.stantondj.com/stanton-turntables/str8-150.html & http://www.stantondj.com/stanton-turntables/st150.html

Review by Püz from Bedroom Boys