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Era il 1946 e a Deerfield Beach in Florida veniva fondata la Stanton Magnetics, un’azienda che per anni è stata la dominatrice indiscussa del mercato delle testine e puntine per DJ.

Gli appassionati del settore Hi-Fi ricorderanno quasi sicuramente che negli anni ‘80 lo standard erano le testine Stanton 680EL-MkII, con stilo 6800, oggi ormai quasi scomparse dalle consolle. Sempre Stanton più di 10 anni fa inventava il Final Scratch, il padre di tutti i sistemi TimeCode attualmente in commercio, e nel 2009 introduceva sul mercato un controller midi interamente touch, lo Stanton SCS.3, un prodotto  rivoluzionario per il periodo ancora privo dei mille tablet e smartphone touchscreen che oggi invadono la nostra vita.
Nemmeno un anno fa presentava il modello SCS.4DJ, il primo vero controller all–in-one pensato per funzionare senza computer, ed oggi Stanton è pronta a sorprenderci nuovamente con un controller veramente completo di tutto, stiamo infatti parlando della nuova console DJC.4.

In un mercato ormai saturo di controller che io spesso definisco “all–in-one”, parlo cioè di controller midi con scheda audio integrata, non è certo facile distinguersi e Stanton ci prova assicurandoci buoni componenti ed un prezzo davvero interessante. Questa nuova console offre i comandi per 2+2 decks midi sul software allegato VirtuaDJ 7 LE, integra una scheda audio multicanale e dispone pure di una utile funzione denominata “direct pass-through”.

Le prime impressioni

Aperta la confezione si nota la console ben protetta da un imballaggio in polistirolo; la scatola include: un cavo usb per collegarla, una guida rapida, il certificato di garanzia, il CD contenente i manuali in inglese, driver ASIO per PC e il software VirtualDJ LE per Pc e Mac.
La console è larga 41cm, lunga 30, alta 6,5 cm (nell’altezza è compreso anche l’ingombro dei potenziometri) e pesa quasi 3 Kg, nonostante lo châssis sia interamente plastico la console ha un’ottima robustezza.

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Caratteristiche tecniche e costruttive

Osservando con attenzione i dettagli dell’ hardware si nota un assemblaggio ben curato nei particolari, comandi ben posizionati e dimensioni calcolate molto bene.
I due tasti SHIFT presenti in basso a destra e sinistra non sono certo una grande novità su console di questo tipo ma la possibilità di raddoppiare tutti i comandi conferisce alla console un discreto valore aggiunto.

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Nel pannello superiore si trovano un totale di 62 pulsanti di buona qualità, plastici e che fanno “click”, due leve poste in alto nella zona mixer per fare lo switch degli ingressi Aux/1-2 e Mic/3-4, due fader per i Pitch a 14 Bit, due fader di volume più il crossfader, 22 potenziometri rotativi totali di cui 6 a corsa infinita e 12 cliccabili come un pulsante, non mancano ovviamente anche due molto precise jog wheel del diametro 11cm.
Le due jog wheel sono ottime in quanto sensibili al tocco, ma fate attenzione perché i sensori capacitivi che rilevano il tocco possono essere disturbati dall’elettricità statica, dalle strutture tubolari degli impianti di illuminazione, nonché da moquette o scarpe che isolino elettricamente.
Prima di iniziare un DJset in una nuova location è buona norma provare l’effettivo funzionamento del sensore al tocco ed in caso di malfunzionamento dovrete agire sui due potenziometri dedicati e posti nel pannello frontale della console che servono per regolare la sensibilità delle jog wheels.
Gli slider hanno la giusta lunghezza: più duri quelli dei volumi e più sciolto il crossfader che può anche essere facilmente sostituito con modelli pensati per gli amanti dello scratch estremo.
Precisi i cursori del pitch a 14 bit lunghi 50mm e con scatto centrale, knob anch’essi precisi, i potenzimetri della zona mixer hanno la giusta presa e se premuti effettuano il taglio secco delle tonalità, anche quelli che regolano effetti e loop, nonché altri due dedicati al Browser e agli effetti video, possono essere premuti ed hanno una corsa rotativa infinita.

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Nelle connessioni della parte anteriore troviamo in primis il connettore Jack da 6,3mm, con relative regolazioni, per il collegamento del microfono, nella parte centrale sono presenti poi due piccoli potenziometri dedicati alla regolazione delle sensibilità elettriche delle due jog e subito a fianco le regolazione della curve di intervento (taglio) per il crossfader. Scorrendo poi sempre verso destra vediamo le regolazioni del volume cuffia e del preascolto della singola canzone (cue) o del master. Sono presenti infine le doppie prese cuffia e Jack da 3,5 e 6,3mm in modo da poter collegare ogni tipo di cuffie o auricolari senza bisogno di particolari adattatori.

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Nella parte posteriore si trova un ingresso AUX su Jack da 3,5, pensato per collegare iPod ed apparecchiature simili, due ingressi stereo su RCA stereo utilizzabili per collegare sorgenti audio esterne analogiche come lettori CD o MP3 (swtich su line) o giradischi (swtich su phono). In caso di collegamento di giradischi con massa scorporata (tipo i classici Technics SL-1200) sarà necessario collegare anche i relativi cavetti di massa all’apposito morsetto GROUND.
Posto fra l’ingresso AUX e gli ingressi 1-2 si trova lo switch PC-THRU di cui trovate una accurata descrizione sul funzionamento in seguito.
Scorrendo poi sempre verso sinistra troviamo una uscita stereo sbilanciata (Master Out su 2 RCA) che consente ai DJ di potersi collegare ai comuni impianti hi-fi da casa ed in parallelo sono presenti anche due uscite bilanciate (Master Out Balanced su doppio Jack 3 poli da 6,3mm) particolarmente indicate per i collegamenti con casse attive.
Rimane infine il connettore per l’alimentatore opzionale esterno, l’interruttore On/Off e l’USB per collegare la nostra console al computer.

L’analisi della scheda audio integrata

Non è noto con precisione quale convertitore digitale/analogico (DAC) sia utilizzato dentro questa console anche se dalle caratteristiche tecniche che riporta il manuale della console possiamo leggere:

Impedenza e riferimento livello degli INPUT (gain ingressi al massimo, carico=100K)
– LINE: 47K OHM /0dBV
– PHONO: 47K OHM /-50dBV
– MIC: 10K OHM /-54dBV
– AUX: 47K OHM /0dBV

Impedenza OUTPUT (Master gain al massimo, carico=100K)
– MASTER: 300 OHM
– BALANCED: 600 OHM
– PHONES (carico=32 ohm): 10 OHM

Risposta in frequenza a 0dB (Master gain al massimo):
– LINE: 20-20KHz +/-3dB
– AUX: 20-20KHz +/-3dB
– PHONO: 20-20KHz +1/-3dB (RIAA) (MASTER OUT -14dB)
– MIC: 20-20KHz +2/-3dB

THD+N (Distorsione armonica totale con noise) a 0dB (Master gain al massimo, w/ 20kHz LPF, A-WEIGHTED)
– LINE: LESS THAN 0.05% @ 1KHz
– AUX: LESS THAN 0.05% @ 1KHz
– PHONO: LESS THAN 0.15% @ 1KHz
– MIC: LESS THAN 0.15% @ 1KHz

MAXIMUM INPUT: (Master gain al massimo, 1KHz, THD=1%, w/20kHz LPF, A-WEIGHTED)
– LINE: MORE THAN +6dBV
– AUX: MORE THAN +6dBV
– PHONO: MORE THAN -30dBV
– MIC: MORE THAN -35dBV

MAXIMUM OUTPUT: (Master gain al massimo, 1KHz, THD=1%, w/20kHz LPF, A-WEIGHTED)
– MASTER: MORE THAN +6dBV (2V)

SNR (Signal-to-noise ratio) a 0dB (Master gain al massimo, w/20KHz LPF, A-WEIGHTED)
– LINE: MORE THAN 80dB
– AUX: MORE THAN 80dB
– PHONO: MORE THAN 80dB
– MIC: MORE THAN 75dB

Separazione canali L/R a 0dB (Master gain al massimo, w/20KHz LPF, A-WEIGHTED)
– LINE: MORE THAN 70dB
– AUX: MORE THAN 70dB
– PHONO: MORE THAN 70dB

Errore di bilanciamento
– Entro i 2dB

Da una prova pratica effettuata con una paio di ottime casse attive Mackie HR824 da studio, più altre varie casse passive, le uscite audio del canale master garantiscono un discreto livello di qualità sonora che però non mi ha convinto eccessivamente, probabilmente il non molto alto valore di Signal-to-noise ratio (generalmente abbreviato SNR o S/N) e i non magnifici valori di distorsione armonica fanno si che la dinamica del suono in uscita non sia elevata. Intendiamoci però, per feste fra amici e serate in piccoli disco-pub la qualità audio è più che sufficiente, non ci andrei però a suonare in un grosso club.

La potenza e la definizione sonora dell’uscita cuffie non sono elevatissime ma questo potrebbe dipendere dal fatto che l’ho alimentata via USB,  magari alimentandola con l’alimentatore opzionale il volume aumenta.
Nel mio test ho collegando cuffie professionali da DJ come le nuove Pioneer HDJ-500, AIAIAI TMA-1 e Stanton DJ PRO 3000.

Driver e setup audio

Nel CD troviamo i driver ASIO Ploytec USB (www.ploytec.com) usati su uno svariato numero di schede audio e console da DJ in commercio, tali driver assicurano sui sistemi operativi Windows  una bassa latenza e svariate regolazioni, mentre su Mac OS X la console funziona tramite i driver nativi Core Audio e non serve installare nulla.

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Fra le opzioni disponibili nel pannello driver notiamo la possibilità di:
– Regolare il samplerate (numero di sample)
– Regolare la risoluzione in Bit
– Regolare la risoluzione in Bit del driver ASIO
– Regolare la priorità in Windows del processo del driver
– Regolare le performance del driver visualizzando le latenze per ingressi e uscite

Questo è il setup audio per VirtualDJ in WDM su Windows 7 64bit che ho scoperto funzionare anche senza installare alcun driver:

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Se volete avere meno latenza sui comandi ed utilizzare anche gli ingressi audio vi serviranno i Driver ASIO indicati sopra oppure i driver ASIO universali www.asio4all.com opportunamente configurati:

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Da alcune prove che ho effettuato i Driver ASIO4ALL 2.11 Beta1 sono risultati più performanti e a differenza di quelli forniti con il CD non mi hanno dato alcun problema di installazione/disinstallazione.

Modalità direct pass-through e collegamenti

Grazie alla funzione “direct pass-through”, attivabile tramite l’apposito switch PC-THRU posto dietro la console, sarà possibile far uscire direttamente dal canale master un eventuale segnale di un CDJ/piatto collegato agli ingressi 1-2 o una sorgente AUX connessa sull’Input 1, tale funzione potrebbe rivelarsi molto utile in caso di crash del software di mix utilizzato.
Il microfono funziona indipendentemente dal software utilizzato, basterà infatti accenderlo utilizzando l’interruttore on/off e regolarne il volume dal potenziometro Mic Level dedicato e posizionato nel pannello frontale.

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Solo con la versione PRO di VirtualDJ, piuttosto che Traktor PRO, sarà possibile miscelare sorgenti esterne con gli MP3 mixati dal nostro software, tale funzione non è purtroppo possibile con VirtualDJ LE allegato.

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Il Test su PC e MAC con VirtualDJ e Traktor PRO

L’operatività è immediata ed è sufficiente installare driver e software allegato “Virtual DJ 7 LE”, collegare casse, cuffia e console al Pc o Mac tramite il cavo USB in dotazione e si è pronti per mixare anche a 4 deck!

La versione LE di VirtualDJ 7 include funzioni per la sincronizzazione delle tracce, la creazione di loop automatici, la possibilità di usare 4 HotCue e 4 Sample per deck, svariati effetti audio e video, nonché una Skin dedicata che rende l’utilizzo con VirtualDJ ancora più semplice ed intuitivo.
Sarà inoltre possibile provare il videomix a 4 deck, la skin dedicata sulla versione LE dispone infatti di un pannello dedicato per il videomix e la console stessa ha svariati comandi mappati ad hoc proprio per miscelare videoclip, l’unico limite sarà che la finestra del video master out non potrà essere ingrandita a tutto schermo sul monitor o proiettore secondario collegato (serve la versione PRO per farlo).

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Sull’ultima versione 7.4 PRO di VirtualDJ la console viene riconosciuta nativamente e se poi avrete la necessità di avere a disposizione funzioni avanzate, vi consiglio di scaricare il mio mapper che trovate nel nostro forum, sezione VirtualDJ Mapping, il mapper di default non mi è molto piaciuto, a partire dal tasto Tap dove sarebbe stato più comodo il comando Sync ed anche altre funzioni non mi sono sembrate intuitive nell’utilizzo pratico, funzioni fra l’altro descritte molto sommariamente nel manuale disponibile nella sola lingua inglese.

Su Traktor Pro 2.5.1 è necessario scaricare il mapper dedicato per permettere il funzionamento di tutti i vari tasti e led in una configurazione a 2 deck + 2 remix deck, lo trovate QUI.

Anche i DJ che mixano utilizzando i classici 2 deck (e non 4) possono sfruttare la console che, oltre al controllo nativo su 2 o 4 banchi virtuali, permette una normale modalità a 2 banchi, basterà non utilizzare i tasti Deck Select A/C e B/D.
Essendo la DJC.4  una console che rispetta lo standard MIDI è inoltre compatibile con altri software di mixaggio a 2 o 4 deck, qualora il software sia totalmente controllabile via MIDI, fra l’altro vi posso anticipare che sarà presto mappata anche su MixVibes Cross.

Configurazione minima di sistema

Requisiti minimi PC:
Windows XP/Vista/7 32-bit/64-bit
CPU Intel Core 2/AMD Athlon X2 o superiore
1GB o più di RAM
Porta USB 2.0 o 3.0

Requisiti minimi Mac:
Mac OSX 10.5/10.6/10.7/10.8
CPU da 1,66GHz o superiore
1GB o più di RAM
Porta USB 2.0 o 3.0

Conclusioni

Se state cercando una console semi-professionale ben costruttiva, da usare con il software VirtualDJ perché magari lo avete già provato, non eccessivamente grande,  da utilizzare per un uso domestico o in pubblico e che soprattutto non costi troppo, la Stanton DJC.4 fa al caso vostro.

PREGI

– Ottimo rapporto qualità/prezzo
– Molto completa dal lato delle connessioni audio, non mancano certo ingressi ed uscite

DIFETTI

– E’ facile sbagliarsi nell’utilizzare i comandi degli effetti audio del deck di destra perché è speculare rispetto a quello di sinistra
– La scheda audio non brilla come prestazioni
– I coperchi delle leve dei fader hanno un po’ troppo gioco e possono saltare via

Stanton DJC.4 è distribuita in Italia da MPI Electronic al prezzo al dettaglio consigliato di €.299 (IVA inclusa).

Ringraziamenti

Stanton – www.stantondj.com
Djpoint.net – www.djpoint.net
Luigi Bressan aka Luz DiJ (Laboratorio Digital Jockey Ferrara)

Review by Cioce DiJ